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5 maggio 2014

LAGO DI ISEO CON ULIANO LUCAS

Photography, photos, Uliano Lucas

Uliano Lucas was born in Milan in 1942 from a labour family. He grew up during the civil and intellectual reconstruction that characterized Lombardy during the post-world war. He collaborates with newspapers such as Mario Pannunzio’s Il Mondo (that then became Arrigo Benedetti’s), with L’EspressoL’EuropeoVie nuove (that then became Giorni-Vie nuove)La Stampail manifestoIl Giorno or again with Fabrizio Onofri’s Tempi Moderni, Piera Pieroni’s Abitare, Giovanni Cesareo’s SE Scienza Esperienza. He collaborates with many trade union and left wing extra-parliamentary newspapers. 

°°°
I laghi sono la mia passione. Mi piace fotografare le acque, le papere, i cigni, le case, le piccole vie in salita, i negozi, gli scafi e quanto di più turistico vi sia. Lo faccio senza remora alcuna, perché le emozioni che provo, riguardando le foto, vanno oltre lo scatto e seguono un certo filo narrativo che ho costruito durante il soggiorno. 
Anche in questo caso non mi sono tenuta. Anche quando vicino a me c'era un "pezzo" di storia della fotografia italiana. 
Eccomi con Uliano Lucas: gli esordi in Via Brera al bar Giamaica con Ugo Mulas, Mario Dondero e Alfa Castaldi. Poi arrivano la grande migrazione dal Sud, le città che cambiano pelle, gli scatti del '68 e le proteste in piazza, le guerre di liberazione in Angola, Eritrea, Guinea Bissau in Africa, Lisbona nei giorni della "rivoluzione dei garofani", i suoi reportage nelle carceri, negli ospedali psichiatrici, nell'ex-Jugoslavia dilaniata. Ma anche nella Cina che scopre la proprietà privata, la moda e il lusso. 
Un consiglio per realizzare ottime foto? "Il cuore. e una storia da raccontare". 

Pfg wears

 Jacket Ungaro - necklace Giulia Boccafogli - shoes Superga 


Vuoi leggere altre storie di fotografi che ho raccontato? QUI trovi Nino Migliori e QUI Joel - Peter Witkin 

23 marzo 2013

Storytelling Fashion Shoots. Tribute to Alma M. Karlin

PHOTO BY NATALIE NOVARESE


Dal mio viaggio in Slovenia ho portato un libro, Kolumbova Hci (La figlia di Colombo) di Barbara Trnovec, dove si racconta la storia della scrittrice Alma M. Karlin nata nel 1899 a Celje. In questo piccolo paese ho visto una mostra a lei dedicata dentro il Celje Museum of Recent History. Tantissimi gli oggetti e i fogli sparsi, raccolti durante il suo lungo viaggio intorno al mondo, una parte degli 850 articoli di corrispondenza, copertine di libri, manifesti e manoscritti.  
Il 24 novembre del 1919 Alma lascia definitamente Celje, portando qualche soldo, una macchina da scrivere e dieci dizionari di lingua auto composti. La sua ricerca parte da lì. 
Così, osservando alcune immagini di lei in Oriente, ho giocato su rimandi personali che in qualche modo ci accomunano: la passione per i ventagli e lo sguardo appena più lontano di ciascun sogno. 

This outfit is dedicated to Alma Karlin, an extraordinary traveller, polyglot and writer from Celje. Nowadays she inspires artists and  feminists. 

Biya Ramar coat, you can buy here

*Next article Alma Karlin's book 

3 febbraio 2013

Charleston style in the snow


Ci sono cose che sfuggono così, come la neve gettata in aria. Occorre equilibrio per continuare. E stabilità emotiva. Ieri mattina ho fatto colazione con un'amica che partirà, spero torni con un libro finito. E la sera sono andata ad una festa di compleanno di un'altra persona. 

Ascolto le storie e cerco di restare presente alle mie. Buona domenica a tutti, vi lascio con queste foto scattate qualche giorno fa sulle Dolomiti. 
Dove mi rifugio ogni tanto. A cercare il mio inverno.

Roberta Guercini dress
Melissa boots
Furla bracelet

18 gennaio 2013

Fashion Storytelling Roberta Guercini


[Photos Natalie Novarese]

Per questa seconda puntata di Fashion Storytelling ci siamo affidati ad un'azienda che produce totalmente made in Italy, è diretta da una donna e al suo interno lavora uno staff interamente femminile. La maison  di Roberta Guercini ha un fascino particolare, appena varchi la soglia annusi l'operato. La lavorazione, il profumo di cucito, la perfezione dei ricami. In qualche modo avverti che il tempo della moda ha un orologio tutto suo: creativo e contemporaneo nel risultato, artigianale e preciso nella lavorazione. Come sempre, prima di scegliere i vestiti da indossare, ho cercato la mia suggestione letteraria. In realtà è balzata agli occhi quasi subito, aiutata dalle linee degli abiti che ho visto . Ho puntato dunque su Andy Warhol,sia  perché la collezione richiama gli anni '60 sia perché   il re della pop art invece di sottrarre ragionava sulla teoria del sovrappiù, spiazzando il suo interlocutore con intrecci curiosi del pensiero. "Letto sul giornale che Liz Taylor vende segretamente i suoi diamanti in Madison Avenue per contribuire finanziariamente alla campagna elettorale di suo marito, così ho tenuto gli occhi aperti". Per lo shoot ho scelto l'Hotel di Firenze Rosso 23, un palazzo nobile protetto dalle Belle Arti ora della catena Whythebest , in particolare la stanza dell'affresco che vedete. Forse avrei dovuto spostarmi su spazi più moderni, più conformi al periodo che stavo descrivendo. ma ho preferito accorciare certe distanze. Proprio come fece Andy Warhol con 'Last Supper', ispirato all' 'Ultima Cena' di Leonardo, e realizzato alla fine del 1986.
Ma ora vi lascio all'intervista con Roberta Guercini ricordandovi che proprio in questi giorni, fino al 20 gennaio,  ci sarà  la vendita straordinaria dei capi da lei firmati. Compresi  quelli che indosso in queste foto (dalle 10 alle 18, orario continuato, Via del Fonditore 5 - Zona Roveri Bologna)  

Vita da stilista: mi racconti la tua giornata? 
La mia giornata non ha tregua perché il mio compito non è solo quello di stilista ma, essendo anche titolare dell'azienda, seguo un sacco di cose a 360 gradi. Comunque sveglia alle 7,00 e poi via andare fino a sera. Sai, ci sono periodi dove si approfondisce la ricerca tessuti, si selezionano i vari campionari, si girano le fiere. Tutto per la scelta dei tessuti e i vari accessori. Contemporaneamente si buttano giù un po' di idee, di schizzi. Fino a quando non si comincia a scegliere i temi o cosiddetti mood della collezione e si abbinano i tessuti ai modelli. Con lo sviluppo dei primi prototipi, allora sì che meraviglia! Ma davvero a quel punto non ci sono più orari.
La collezione invernale strizzava l'occhio agli anni '60. E quella della prossima primavera-estate?
Per la prossima collezione P/E sto ancora elaborando un po' di idee. Inizio la prossima settimana a visionare un'anteprima di una mostra di tessuti. Comunque penso ad una donna energica, colorata, un'evoluzione della collezione invernale che guardava agli anni '60. Per l'estate invece prendo ispirazione dalle donne della Thailandia, dai kaftani i colori le stampe tipiche di japuir.
Sei a capo di un'azienda da molti anni, in questo momento di crisi mi pare che gli stilisti nelle loro collezioni osino di meno,  siano in  qualche modo più concreti. Come dire, più calmi. 
Sì, purtroppo è d'obbligo osare di meno visto il periodo che stiamo attraversando. E' vero anche che ciò non vuol dire sminuire o appiattire il prodotto, anzi! Magari si propongono linee più sobrie senza tuttavia trascurare l'importanza della qualità dei tessuti, delle finiture e degli accessori, fattori fondamentali per la realizzazione di capi di pregio che fanno la differenza con i capi "usa e getta" di cui il mercato è saturo.
I tuoi capi sono tutti lavorati in Italia.  Pregi e problemi di questa scelta?
Difendo a piena voce il Made in Italy. Purtroppo questa non è una scelta facile, in quanto in un momento di mercato così particolare non puoi concorrere con i prezzi di cose prodotte all'estero, ma secondo me pian piano la scelta, anche se, difficile, paga. C'è un ritorno al vecchio modo di pensare, meglio un capo solo, ma buono

Roberta Guercini says: "My day is always on the go because my job is not only to fashion designer, but I am also the company owner so I follow everything. Anyway I wake up at 7.00 and then just go on until the evening. You know there are times where we concentrate on research materials, you select samples or go to the sector' fairs. To choose the fabrics and accessories. At the same time you have ideas and drow sketches .Until you begin to choose the mood of the collection and match fabrics to various models.With the development of the first prototypes, that is the best part! But really at this point the schedule becomes very busy. For the upcoming spring / summer collection I'm still working on a ideas .I will begin next week to see a preview of a fabrics. I am thinking of a woman dressed in energetic colors, an evolution of the winter collection. For the summer I will take inspiration from the Thai woman and the kaftans with the colors and prints typical of japuir. Unfortunately is this period you have to dare less. It 'also true that this does not mean downplaying the product! Maybe you offer simple lines without neglecting the importance of the quality of the fabrics and accessories, key factors for clothing that will make a difference with the cheap quality items the market is full of. I want to defend the Made in Italy. Unfortunately, this is not an easy choice, because in this particular time, you can not compete with the prices of things produced abroad, but I think slowly the choice though difficult will pay off. In my opinion there is a return to the old way of thinking, one well made piece of clothing!"

26 novembre 2012

Fashion Storytelling. Existentialist education



"Non amavo altro che le parole... Avrei innalzato cattedrali di parole sotto l’occhio azzurro della parola cielo
(J.P. Sartre)
La ribellione, la malinconia, gli occhi bistrati, il pensiero aperto. L’avidità di vivere e far finta che non sia vero, le maglie a righe, la musica jazz, le caves di Parigi negli anni cinquanta.
E lei, Juliette Gréco sopra tutti, smarrita ad arte per diventare una musa scendeva le scale del Tabou e ne usciva a notte fonde aspettando l’alba sulla Rive Gauche. Il volto pallido, gli zigomi alti, l dolcevita nero e lo spirito maudit la resero l’incarnazione perfetta dell’esistenzialismo. Di lei si innamorò il genio del jazz, Miles Davis, una passione intensa e breve giocata fra la capitale francese e la splendida New York.  

Parigi viveva anni favolosi, la cultura era nei bar. Il “Café de Flore”, la “brasserie Lipp” erano i luoghi dove letterati ed artisti ordinavano da mangiare e passavano lunghe ore a parlare e guardare lontano. 
Sartre, Picasso, Mirò, la De Beauvoir, Camus: l’alternativa per loro era Les Deux Magots, il più antico tra i caffè letterari, creato nel 1880 il cui nome si rifà ad un celebre negozio di tessuti e biancheria.   
Se avessi la macchina del tempo vi porterei laggiù, in una di quelle caves a ballare fino a notte fonda. Per poi guardarci con gli occhi stanchi, riflessi lungo la Senna Sous le Ciel de Paris.


Indosso il libro di Bertrand Dicale, Juliette Gréco le vite di una cantante



Photo Credit: Maddalena Barletta

I loved nothing more than words ... I would have raised the cathedrals of words under the eye of the word blue sky" J.P. Sartre

The rebellion, the melancholy, the dark eyes, the free thinking. The love of life pretending it is not true, the striped T-shirts, jazz music, the caves of Paris in the fifties. And Juliette Gréco above all, lost on purpose to become a muse, would walk down Tabou's stairs and leave at late night waiting for the dawn on the Left Bank. 
The pale face, high cheekbones, a black turtleneck, she was the perfect embodiment of existentialism. 
Miles Davis, the jazz genius, fell in love with her: a short and intense passion played between the French capital and the beautiful New York. 
Paris lived fabulous years from the cultural point of view. The "Café de Flore", the "Brasserie Lipp" were the places where writers and artists would eat and spent long hours talking and looking far away. Sartre, Picasso, Miro, Beauvoir, Camus, the alternative for them was Les Deux Magots, the oldest of the literary cafes created in 1880, whose name refers to a famous textile shop and laundry. If I had a time machine I would carry you there in one of those caves dancing until the early hours. Then look our tired eyes reflection on the Seine Sous le Ciel de Paris.
I have with me Bertrand Dicale book, Juliette Gréco life of a singer.



14 novembre 2012

Fashion storytelling. The roaring 20s are Back.


&Vivere ardendo e non bruciarsi mai&
(Gabriele D'Annunzio)

Gli anni '20, appuntamento a Parigi per reinventarsi tutto. Folli, profumati, musicali, artistici. Anni voluttuosi, euforici, era la linea di Paul Poiret che sostituiva le calze nere con quelle color carne. Le dame vestivano dal gran sarto e attendevano l'alba sorseggiando coppe di champagne, sedute nei divani rossi di chez Maxim's. 

Era l'avanguardia, soprattutto. Il gusto estremo per le cose, il piacere. Era la Belle Epoque: gli uomini si svegliavano tardi la mattina dopo aver cenato la notte precedente e parlato a lungo. Poi fuori nei teatri, nei caffè, nei salotti numerosi. Ad affascinare era l'Asia, le meravigliose sete d'oriente, i ritratti di Giovanni Boldini, i poeti decadenti, i gioielli d'arte della boutique di Georges Fouquet.  

Ci sono tante cose da recuperare, l'osservazione e il gusto per esempio. L'école du regard, la convivialità, la bella conversazione. La tavola apparecchiata, i teatri la sera. I salotti culturali.

Sì, per quanto mi riguarda i ruggenti anni '20 stanno proprio tornando.

The 20s, meet me in Paris to start imaging it all over again. Crazy, full of music, artsy and smelling good. Years of pleasure and euphoria, like the line of Paul Poiret which would launch skin colored tights in place of the black opaque ones. The ladies would wear custom made designs and would drink the night away lounging on the red sofas at chez Maxim's. 
It was the avanguardia, most of all. The extreme taste for everything. It was the Belle Epoque: people would get up super late after spending the night talking. Then out and about in the cafes, theaters, literary salons. everyone would dream of Asia, the amazing silks, Giovanni Boldrini's paintings, the decadents poets, the artistic jewelry oGeorges Fouquet.  
There is plenty to bring back in fashion, like the sense of taste and observing things.
 The école du regard, conviviality, the art of conversation. The table setting, theatres and the literary salon.
Yes, I am pretty sure the roaring 20s are back

 Long ice dress: Atos Lombardini. Thanks. 
White cotton gloves vintage

Photo Credit: Natalie Novarese

Con me: Alessandro, Natascia, Vera, Margherita, Irene
Make up artist: Viziata Peroni con prodotti Collistar, Guerlain e Chanel

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