28 settembre 2011

La visione di Erkan Coruh


Basta borchie. Basta cerchi colorati sui vestiti. O finti rimandi agli  anni '70 (che poi dietro c'era un pensiero, una filosofia, una rivoluzione. Mica un cappello a tese larghe e un paio di zeppe, tanto per far slanciate). Qualcosa ho visto che mi è parso intelligente. Un po' di storia ha fatto anche capolino fra sete luccicanti e marchi da paura. E ci ritorneremo. Ma ora esplicito, a gran voce,  il mio bisogno di surreale.  Voglio uno stilista che  affronti  la donna vera, quella contemporanea. La più difficile. Che non ricorra agli anni passati, quella figura non c'è più e qualcuno dovrà pur dirglielo. Voglio una maison che investa  in emozioni. Che abbia il compito di lanciarmi in mille voli, di camuffarmi in cento specchi e di farmi piacere in tutti quanti. Ho voglia di moda che faccia dimensione. Vorrei poter assistere a una sfilata d'anime, con abiti a pensiero che avvolgono i corpi come storia. Vorrei rimandi  all'incoscenza, al gioco che si fa serio.  Perché serio è saper giocare a vivere. E invece vedo di fronte a me una valigia di ricordi, con foto sbiadite unicamente grazie ad istagram. 
Mi rifugio perciò nel taglio surreale del talentuoso Erkan Coruh, nella foto con me e Sabina Negri, il cui immaginario mi spedisce dritto dritto nella contemporaneità. Con la provocazione contro i regimi integralisti per esempio, che vogliono la donna coperta con il velo, a cui risponde con il viso celato e le trasparanze altrove. In un gioco da visionario, con il nome "Norms", dove si esprime alla perfezione il concetto di corpo e di identità. Con i tocchi minimali di un Oriente che cambia aspetto e che lavora sui concetti e sullo spazio.  Con i rimandi all'impossibile,  felicemente ispirati a "Picnic at Hanging Rock" del grande Peter Weir. Di questo abito, prossimamente, mi vorrei vestire.















8 commenti:

  1. Verissimo...c'è come una sorta di assuefazione di storie e stili passati, che si ripropongono in alternanza. E' come se rifiutassimo il nostro presente, perchè non ci piace. O come se avessimo paura di guardare al futuro. Allora per gli stilisti, come per i giornalisti (e non solo)vorrei più coraggio di tirare fuori le emozioni. Se ci sentiamo liberi, allora forse possiamo 'accedere' al futuro.
    Baci Patrizia:)

    RispondiElimina
  2. Indubbiamente una bellissima presentazione che vuole dare una luce diversa alla donna contemporamea. Vero,la moda, mai come ora ha dei rimandi forti agli stili del passato per un bisogno di un 'ritorno alle origini' dal momento che il futuro a noi è sempre più incerto e senza certezze. Quindi è una sorta di sicurezza ma il mondo ha bisogno di porsi in positivo nell'avvenire ed Erkan Coruh con una sua visione ha posto una donna fresca ed elegante sotto una luce diversa. La collezione, con uno sguardo contemporaneo, ha influssi di una cultura molto sentita dallo stilista stesso.Belle le foto e la sfilata!Complimenti :)xx

    RispondiElimina
  3. Ciao Manuela,

    hai ragione, ma il nostro presenze è difficile da interpretare. Soprattutto la donna contemporanea. Mancanza di creatività? Anche. E voglia di rischiare, di inglobare, mordere, ringhiare. Qui l'unica cosa che ringhiano sono le borchie ai piedi!

    RispondiElimina
  4. Ciao Maria, la tua è una bella lettura. Non c'è futuro immaginabile quindi si ritorna a ricorrere il passato. Ma allora che dire...

    RispondiElimina
  5. Si concordo..quindi complimenti a Erkan Corouh che ha saputo 'osare':)

    RispondiElimina
  6. bellissime foto e lui è strepitoso quanti anni ha? lo sapete???????

    RispondiElimina
  7. @Onnivoro?
    @Miami sì è davvero bravo. Quanti anni ha? Sai che non l'ho chiesto? Interesse personale?

    RispondiElimina

Grazie per i vostri deliziosi commenti!
Seguitemi anche su INSTAGRAM pfgstyle e TWITTER @pfgstyle

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...