26 gennaio 2011

Annemarie Schwarzenbach Style



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"Dalla parte dell’ombra. Un'anima di donna in fuga dal Novecento" di Annemarie Schwarzenbach

Camicia bianca Bagutta

Pallida, maschile. Thomas Mann la definì «un angelo devastato». Annemarie Schwarzenbach è stata, e resta, una delle ultime icone dandy. Viaggiatrice instancabile, si lasciava ingoiare dai luoghi, senza puntare necessariamente a qualcosa : «Una volta in viaggio si dimentica il desiderio di sapere, non si conosce più né l'addio né il rimpianto, non ci si chiede più né da dove né verso dove». E così nel '39 con la sua Ford, ben sistemata in coperta sul piroscafo turco diretto a Istanbul, sgommerà poi sulle strade sterrate di Kabul, per fermarsi davanti alla riva dell'Oxus, procedere verso le steppe del Turkestan «battute dai venti sibilanti», gironzolare calma e assente per le strade di Peshawar. L'importante era il movimento. Quasi a voler viaggiare, come scriveva Henri Michaux, per diventare senza patria. Annemarie aveva un carisma straordinario e una fragilità altrettanto influente. «Trassi un respiro profondo e cercai, nonostante tutto, di dare il benvenuto alla vita». (Annemarie Schwarzenbach, “La via per Kabul. Turchia, Persia, Afghanistan 1939-1940”, Il Saggiatore).





foto tratta dal sito swissinfo.ch



foto tratta dal sito flickr.com



foto tratta dal sito schoeneberg-liest.de
foto tratta dal sito salecina.ch

foto di Annemarie Schwarzenbach tratta da fembio.org

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