"Ma come nascono le tue canzoni, le parole, sono legate a momenti che so di tristezza... ad esempio?", chiede Gianni Morandi a Gino Paoli. "Ti rispondo come fece Bruno Lauzi ad una insistente giornalista che continuava a chiedergli perché scrivesse canzoni tristi: perché quando scopo non so dove mettere la chitarra". A sentirli parlare sembrano quei certi pensionati dell'oggi e del domani. Quelli che si trovano in piazza o sotto al bar e via di ricordi che tanto il sogno di Amarcord li può contenere tutti. Eppure questo pomeriggio ad ascoltarli, mezz'ora in tutto, mi è davvero passato un film davanti agli occhi. Più epoche, più ritmi, più storie. Insomma la musica. "Lucio Dalla l'ho fatto cantare io - dice Paoli - lui non voleva. L'ho incontrato che suonava con I Flipper e ho detto ma guarda che bravo. L'ho portato al Cantagiro, sai allora ci spostavamo in macchina, con le auto scoperte. Noi vestivamo strani, non come quei cantanti belli ed eleganti, eravamo tutti e due molto pelosi. Mi ricordo che la gente aspettava che arrivassimo con le nostre belle macchine, noi, i cantanti. Ma quando si avvicinava bene, e dunque ci vedeva da vicino, urlava: soccia, che brutti quelli lì!". E vabbè poi Lucio ha cantato, l'hai convinto no? Muove le mani, Gianni Morandi, sollecitando la risposta. "Sì, la prima volta che l'ho portato in sala di incisione volle il buio, si vergognava. Mi ricordo che fece spegnere tutte le luci e chiese una specie di séparé dove nascondersi. Noi lo chiamammo più volte, Lucio... Lucio ci sei, sei pronto? Non rispondeva e allora andammo piano piano a vedere. Lo trovammo con le mutande in testa. Insomma era così. Era Dalla". E la musica, Gino, la musica è cambiata, no? Non ci sono più gli spazi dove si provava, ti ricordi le cantine, i dancing, le balere, le canoniche... "Eh, sono sparite le canoniche ma anche le case del popolo". Eh, appunto, ma dicevo la musica è diversa, non trovi? "Sì Gianni, la musica è passata da protagonista a sottofondo, vai al bar, prendi da bere e c'è quella musica inutile che nessuno ascolta". Eh già, dai facciamo Senza Fine che non l'ho mai cantata. Va bene, Gianni. E finisce così, un momento autentico. Senza fine, appunto.
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