4 giugno 2013

Bolle di vita




Io non so se agli anni '60 erano tempi migliori. E non so nemmeno se la Francia di allora lo era. So di certo che oggi questo non era questo il post che volevo fare. E che per un po' mi sono sentita come lei, dentro una bolla. Una giornata interamente a contatto con la parole FINE. Fine del pensiero, fine di un lavoro, fine della vita. Ho guardato davanti a me lo scorrere delle storie e, in quell'istante eterno, le ho vissute come fossero mie. E sono ancora attaccate, in silenzio. Non se ne vanno. Ho ascoltato una persona che ha staccato la corrente del pensiero, ho cercato di farle trovare il filo, di dipanare le sue emozioni. Poi ha preso il taxi e se ne è andata. Ho visto un neonato di piccione morire davanti a me, sono tornata a vedere mezz'ora dopo per convincermi del decesso e un camion ci era passato sopra. Così schiacciato era la fotografia della vita. Ho chiuso un passaggio del mio lavoro, nulla di preoccupante ma un piccolo sogno al quale non ero abituata. 
Questo è quanto. E questo sarà.   

Le immagini che vedete sono di Paul Tomlinson e le vorrei possedere








1 commento:

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